Giancarlo RENZETTI

Giancarlo RENZETTI

avvocato
C’è la politica forense del criticare, del discutere, del parlare senza conoscere. E c’è la Politica Forense del fare, quella che si mette al servizio dei colleghi nella speranza, con umiltà ma con determinazione, di poter risolvere almeno qualcuno dei mille problemi che affliggono la categoria in questi anni terribili.
Il progetto che con il Presidente del COA Roma Antonino Galletti e la sua lista abbiamo cercato di portare avanti, non da oggi ma da lungo tempo, appartiene alla seconda categoria. Gli esempi non mancano. Per citarne uno, grazie alla collaborazione fra la CassaForense, Ente del quale faccio parte come membro del CdA, e l’Ordine di Roma, primo fra i tanti ordini d’Italia, è partito un progetto pilota che poi ha fatto scuola e ora si sta diffondendo anche in altre città: la messa a disposizione di spazi di lavoro gratuiti per gli avvocati per il coworking nella Capitale. A ben vedere, un modo altruistico e animato da vero spitito di servizio di interpretare la missione istituzionale dell’Ordine forense, visto che questi spazi vengono utilizzati in prevalenza da colleghi che vengono da fuori Roma, dunque non certo da elettori di questo Foro. Ancora, sto e stiamo adesso lavorando per estendere il compenso per il gratuito patrocinio, una battaglia ancora da completare che fa rima con l’altra, che riguarda l’annullamento del contributo minimo integrativo.
Sono cose concrete, sono interventi reali che per i colleghi portano miglioramenti tangibili. Sono cose che, con altre, fanno parte di un progetto politico che ora va portato avanti con serietà e autorevolezza anche in questa nuova, cruciale partita che l’Avvocatura Italiana si appresta ad affrontare: scrivere, in seno al Congresso Nazionale Forense, le nuove regole per se stessa per il futuro.
Per questo è necessario tornare in campo e affrontare la sfida del futuro, per questo ho scelto di candidarmi con la Lista Galletti per i delegati al Congresso Forense, chiedendo ai colleghi di votare me e tutti gli altri candidati dello schieramento. Perché una cosa è certa: in questa partita così importante, non possiamo permetterci il lusso di essere spettatori. Dobbiamo giocarla, tutti insieme, confidando nell’esperienza e nelle capacità dei nostri 39 candidati. Ne va del nostro futuro.